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La Differenza tra Invalidità ed Handicap [Legge 104/92]

Chiunque si avvicini al mondo dell’invalidità prima o poi si pone la fatidica domanda: Che differenza c’è tra invalidità e Handicap di cui alla legge 104?

E dopo aver chiesto a qualche amico o parente corre su google a digitare questa domanda, speranzoso di trovare una risposta semplice e dirette.

L’amara sorpresa è che non c’è alcun sito che ne parli in modo chiaro.

Ecco perché abbiamo deciso di intervenire e fare luce su questo aspetto perché  non deve essere assolutamente sottovalutato, soprattutto perché se non hai ben chiaro quello che la legge prevede rischi di non ottenere il riconoscimento del tuo diritto.

Infatti partiamo con il dirti che Invalidità e handicap sono due cose totalmente differenti e richiedono un accertamento completamente differente.

VEDIAMO CHE COSA C’E’ DI DIVERSO TRA INVALIDITA’ E HANDICAP

Per quanto riguarda l’accertamento dell’invalidità la norma di riferimento è la legge 118 del 1971.

In questo caso la commissione Inps andrà a valutare e farà un accertamento esclusivamente sanitario.

Invece, per l’accertamento dell’ handicap la norma di riferimento è la ben nota legge 104 del 1992.

In questo caso si guarderà non soltanto l’aspetto medico legale ma anche l’impatto sociale che ha la patologia di quella determinata persona.

Detto con parole più semplici… nel caso dell’Invalidità civile i medici che ti visiteranno si faranno le seguenti domande:

Quanto lo stato di salute riduce la capacità lavorativa della persona?

Se la riduce in che percentuale?

Quelle patologie quanto vanno ad incidere nella quotidianità della persona?

Invece nel caso dell’handicap della legge 104 la commissione Inps si farà  tutt’altra domanda:

lo stato di salute della persona che ho difronte che disagio crea nella sua vita sociale, nella sua vita di relazione?

Nel primo caso, vale a dire la legge 118 riconosce un beneficio economico, vale a dire un assegno mensile.

La legge 104 non da vantaggi da un punto di vista economico ma dei vantaggi assistenziali.

Esempio: un parente di un soggetto con la 104 art.3 comma 3 avrà diritto ad alcuni giorni di permesso dell’attività lavorativa, proprio per assistere la persona disabile.

Questo perché la legge cerca di attenuare il disagio sociale di quella persona che ha un’invalidità grave.

Però il problema dove sta?

Sta nel fatto che con la riforma della semplificazione amministrativa i due accertamenti vengono fatti in genere nello stesso momento.

Mentre prima si faceva due visite differenti, una per la 104 e l’altra per l’invalidità, oggi invece si fa una sola visita dove si valuta sia per la 104 che  l’invalidità.

Ora qual è il rischio? Il rischio sta nel fatto che la persona non riesca ad ottenere un accertamento giusto o comunque conforme ad entrambe le situazioni

LA REGOLA DELLA DOPPIA INTERROGAZIONE PER OTTENERE SIA L’INVALIDITA’ CHE L’HANDICAP DELLA 104

Per ottenere agevolare la commissione medica e fargli fare un accertamento veritiero bisogna applicare quella che noi abbiamo definito la regola della doppia interrogazione.

Cioè ti devi preparare a questa visita come ne se stessi andando a fare due  differenti: devi preparare una documentazione medica che riesca sia a soddisfare le condizioni della legge del 71 e sia a soddisfare le condizioni della 104.

Quindi sia per soddisfare le condizioni affinché ti dichiarino invalido e sia affinché ti dichiarino portatore di handicap .

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Facciamo una metafora che ci permetta di capirci.

Immagina di andare ancora a scuola e di avere  un unico insegnante per tutte le materie : italiano, geografia, storia ecc.

Questo insegnante di volta in volta dovrà interrogarti sulle singole materie. Quando andrai all’interrogazione di matematica non potrai dire le cose che hai imparato per italiano o per storia, bensì dovrai rispondere secondo quello che hai studiato per matematica.

Seppure l’insegnante è lo stesso dovrai andare preparato in relazione alla materia che di volta in volta sarà oggetto di esame.

IN DEFINITIVA QUELLO CHE TI OCCORRE SAPERE SULL’INVALIDITÀ E SUL HANDICAP DI CUI ALLA 104

Lo stesso vale per l’invalidità e la 104.

Non puoi andare all’accertamento dell’invalidità e portare la documentazione che ti serve per dimostrare il tuo stato di handicap .

Quando andrai di fronte alla commissione medica seppure è la stessa in realtà dovrai dimostrare due cose differenti: di essere invalido e di essere portatore di handicap.

Come puoi vedere ciò che fa la differenza sono le conoscenze medico legali.

Però dato che queste non si possono acquistare al supermercato ma ci vogliono anni di studio e di esperienza, che gli operatori del patronato o dei Caf non possono avere, abbiamo deciso di dare a 30 persone al mese la possibilità di avere una valutazione gratuita con i nostri avvocati e i nostri medici legali.

I nostri avvocati e i nostri medici legali possono assisterti con una VALUTAZIONE GRATUITA dove ti indicheranno i passi da compiere grazie ad uno studio attento della tua pratica. Per poterla richiedere ti basta cliccare il pulsate qui sotto:

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Perché una X potrebbe farti perdere l’accompagnamento anche se la Cassazione ha detto di No!

Di recente ci è capitato che un nuovo assistito ci abbia detto:

Avvocati i medici dell’ASL non mi hanno dato l’accompagnamento ma solo il 100 % perché  nonostante, a detta loro, lo meritassi hanno detto che la mia domanda d’invalidità era sbagliata…è giusto secondo lei?

La risposta a questa domanda riguarda un errore nella compilazione del certificato medico che non devi assolutamente commettere anzi che il tuo medico non deve assolutamente commettere se vuoi evitare di fare ricorso e spendere soldi e tempo. In particolare stiamo parlando della mancata spunta sul certificato del medico di base, redatto sul modello INPS, della dicitura per ottenere l’accompagnamento e che potrebbe fartelo perdere.

Partiamo con una premessa in modo da capirci a 360° ed evitare confusione.

Quando dobbiamo presentare la domanda d’invalidità la prima cosa da fare è andare dal medico di base (o altro medico certificatore) e farsi fare il certificato che il medico predisporrà sulla base dei moduli pre-compilati dell’INPS.

Ora se intendi chiedere l’accompagnamento sarebbe necessario che il medico barrasse sull’ultima pagina una delle due diciture che danno diritto all’accompagnamento:

“persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore” ,

oppure  

“persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”.

Domanda: il medico è obbligato ad indicare le relative diciture?

Assolutamente no, il medico spunterà la casella qualora lo riterrà opportuno in piena scienza e coscienza; però questo non deve farci disperare perché la scelta del medico di mettere o una mettere quella famosa X rappresenta una mera indicazione per i medici della commissione INPS che possono comunque ritenere che il medico certificatore abbia sbagliato. Allo stesso modo se il medico di base spunta la casella

“impossibilitato a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore”

questo non significa che i medici dell’INPS non possano ritenere che il diritto all’accompagnamento comunque non sussiste. Infatti chi deve giudicare sono sempre i medici della commissione. Sono sempre loro ad avere l’ultima parola.

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Poniamoci un altro quesito:

La domanda di accompagnamento non è valida se il medico non spunta una delle due caselle altrimenti?

Anche in questo caso la risposta è NEGATIVA sopratutto alla luce dell’ultima sentenza della Cassazione n. 14421/2019 dove ha statuito che lo spuntare una delle due caselle non è un requisito necessario per la domanda di invalidità. Cioè la domanda d’invalidità anche se ha come obbiettivo l’accompagnamento non deve contenere per forza queste spunte sopratutto quando si tratta di persone ultra – sessantacinquenne e che richiedono di essere sottoposti ad accertamenti come invalidi civili ai sensi della legge n. 118/1971 e successive integrazioni e modificazioni. E’ chiaro però che questa è una sentenza recente e che spesso gli uffici dell’INPS non sempre sono aggiornati.

Quindi seppure la Cassazione ha fatto giustizia sul punto è sempre meglio PREVENIRE che CURARE.

Infatti spesso ci capita che le commissioni mediche dell’INPS o dell’ASL tendono a non accogliere la domanda di accompagnamento se il medico di base non spunta la relativa dicitura.

Questo perché fanno questo tipo di ragionamento:

Se il medico di base, che è la persona che conosce meglio il paziente, non ha indicato che la persona non è in grado di deambulare autonomamente oppure che necessita di assistenza continua, come facciamo noi in 5 minuti a stabilire il contrario?

Come puoi ben capire sarà molto difficile sconfiggere questo pre-giudizio.

É PIU FACILE SPEZZARE UN ATOMO CHE UN PREGIUDIZIOCit. Albert Einstein

E qui sarà ancora più importante la tua preparazione alla visita. Si perché come ti diciamo sempre alla visita bisogna andare preparati. Ecco perché diamo la possibilità a 30 persona al mese di avere una valutazione completamente gratuita con noi e i nostri medici legali per valutare:

  • se hai diritto all’invalidità;

  • la tua documentazione medica è sufficiente;

  • cosa bisogna fare per ottenere l’invalidità meritata.

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Chi ha l’accompagnamento può guidare? Tutto quello che devi sapere del rapporto tra accompagnamento e rilascio o rinnovo della patente di guida

Avv. mi hanno riconosciuto l’accompagnamento ora non posso più guidare l’auto?

Perderò la patente?

Queste sono le domande frequenti che ci fanno i nostri assistiti e per questo oggi vogliamo rispondere chiarendo una volta e per sempre la questione.

Se se qui stai per presentare la domanda di rinnovo della patente oppure stai per richiedere la patente e hai un’invalidità accertata molto grave.

Ti stai chiedendo se puoi essere titolare di una patente di guida?

La risposta a questa domanda è stata oggetto di un dibattito importante al quale ha messo fine il Ministero della salute con il parere n.80242290585/2016.

In questo parere il Ministero ha risposto alla richiesta di chiarimenti giunta dal Dipartimento della funzione pubblica evidenziando che la relazione che sussiste tra indennità di accompagnamento e patente di guida non è determinata dall’erogazione del beneficio economico in sé, ma dalla patologia da cui è affetta la persona richiedente l’idoneità alla guida.

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Cioè ciò che bisogna verificare è se la o le tue patologie ti consentono di metterti alla guida in sicurezza e se, anche grazie all’ausilio di supporti tecnologici, hai conservato le capacità di guida necessarie per circolare in assoluta tranquillità.

Il Ministero, alla luce di questo ragionamento, ha chiarito in modo definitivo che non vi è un’incompatibilità assoluta tra indennità di accompagnamento e titolarità di una patente di guida speciale.

Quindi, essere beneficiari dell’indennità di accompagnamento non è a priori incompatibile con il conseguimento o il rinnovo di una patente speciale.

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Ecco per l’appunto parliamo di patente speciale.

Di conseguenza una persona che deve rinnovare la patente o chiederne una ex novo che cosa dovrà fare?

Qui dobbiamo fare una distinzione.

Se si deve richiedere per la prima volta il rilascio di una patente speciale va richiesta la visita di idoneità presso la Commissione Medica Locale presentando un certificato medico redatto su apposito modulo e una copia della patente già in possesso. E questo vale anche per il rinnovo della patente speciale quando si hanno patologie non stabilizzate o suscettibili ad aggravamento. Qui 3 mesi prima della scadenza della patente va fatta la richiesta di visita.

Invece quando si procede al rinnovo ma si hanno patologie stabilizzate, invece, l’iter è più semplice e prevede, una volta stabiliti, dopo la prima visita i requisiti di idoneità psicofisica, i rinnovi potranno essere effettuati presso il medico monocratico con scadenza naturale della patente ogni 10 anni fino a 50 anni, ogni 5 anni fino a 70 anni e ogni 3 anni fino agli 80 anni. Per i rinnovi successivi al rilascio, quindi, non si dovrà più passare per la Commissione Medica Locale.

Sottolineiamo, infine, che oramai quando si presenta la domanda d’invalidità e si va a fare la visita presso le commissioni INPS o ASL sono gli stessi medici che fanno la segnalazione all’autorità competente e questo comporterà che sarete chiamati a visita presso la Commissione Medica Locale.

Ma attenzione questa visita di idoneità non deve far paura perché nella stessa bisognerà esclusivamente dimostrare di essere nelle condizioni di guidare. Anche in questa volta abbiamo visto che la disciplina dell’invalidità ha delle peculiarità che bisogna conoscere e che derivano da leggi, leggine, regolamenti e persino pareri e circolari ministeriali pertanto bisogna fare molta attenzione.

Insomma come ti diciamo sempre, è necessario che ti “prendi cura della tua invalidità”.

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Come evitare che l’INPS si dimentichi di te e ti chiami a visita dopo un anno o più anche se tutti ti dicono che è normale e che devi aspettare

E fu così che la chiamata dell’INPS non arrivò…

Ti è mai capitato che l’INPS non ti abbia chiamato a visita dopo tanti mesi dalla trasmissione della domanda? Oppure hai mai sentito la storia di persone che hanno aspettato molto tempo prima di essere convocate davanti alla commissione medica?

Ti potrà sembrare assurdo ma questa situazione è normalissima. Nonostante sia qualcosa di molto grave è divenuto ormai routine.

Com’è possibile ciò?

Devi sapere che l’INPS è “sommerso” di lavoro perché tante sono le domande d’invalidità che pervengono allo stesso e di anno in anno aumentano sempre più. Pensa che soltanto nell’ultimo anno sono aumentate del 7,2 % (405.748 domande in più rispetto all’anno precedente). Questo chiaramente incide sulla lentezza del procedimento.

Tant’è vero che da report dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità è stato riscontrato che dalla presentazione della domanda alla consegna del verbale passano in media 253 giorni; cioè in pratica per avere una risposta è necessario attendere quasi 1 anno.

Questo, chiaramente, sempre che non ci siano altri rallentamenti e quelli, quando si ha a che fare con la burocrazia italiana, non mancano mai!!!

Devo necessariamente dirti che ASPETTARE NON E’ LA SOLUZIONE!!!

La cosa grave è che la maggior parte delle persone fanno proprio questo, o per meglio dire due sono i comportamenti tipici che si assumono:

1. Si aspetta inermi per lunghi periodi di tempo

2. Ci si reca continuamente dal patronato dove è partita la procedura.

Nel primo caso si ha un atteggiamento completamente passivo che per ogni “questione legale” è sempre sconsigliato. Nella seconda ipotesi, invece, seppur ci troviamo di fronte ad un’azione positiva quest’ultima risulterà egualmente infruttuosa.

Infatti se ti rechi “dall’incasinato operatore del patronato”, che ha sempre un milione di cose d fare, ti risponderà in modo irritato: “Non dovete andare di fretta, L’INPS ha troppe domande. Dovete attendere il vostro turno!”.

Attenzione questo non sta a significare che è un “essere cattivo” e che non ha a cuore la vostra situazione bensì semplicemente che è abituato ad agire così e gli hanno sempre detto che non c’è altra soluzione se non quella di attendere che arrivi il giorno sperato della “visita”.

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Che cosa fare?

Questo chiaramente incide sulla lentezza del procedimento. Infatti puoi rivolgerti fisicamente alla sede INPS competente (quella della tua provincia di residenza) oppure chiamare il numero VERDE 803164 (servizio GRATUITO attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00 e il sabato dalle 08.00 alle 14.00). Allo sportello o all’operatore telefonico dovrai formulare una semplice domanda: a che punto è la mia domanda d’invalidità?

Mi raccomando ricordati di avere a portata di mano il codice fiscale della persona interessata e il protocollo della domanda.

Mentre la seconda che è anche la più efficace e rapida possibile è: DIFFIDARE L’INPS!!

Che cosa vuol dire DIFFIDARE L’INPS?

La diffida è un invito formale rivolto a qualcuno a compiere una determinata attività, avvertendolo delle conseguenze che possono derivare dalla sua inadempienza; in buona sostanza non faremo altro che imporre all’INPS di chiamarci a visita, avvertendolo delle conseguenze che deriveranno dalla eventuale inadempienza. Infatti molti non o sanno che l’INPS è (sarebbe) obbligato a farlo NEL TERMINE DI 6 MESI DALLA DOMANDA e questo termine è assolutamente perentorio, cioè deve essere rispettato necessariamente.

Quindi alla luce di tutto quello che abbiamo detto, dopo 6 mesi e un giorno ti consigliamo di inviare una DIFFIDA all’INPS, mediante una raccomandata con ricevuta di ritorno dove per l’appunto chiederai che procedano nel rispetto della legge alla convocazione sulla base delle domande che hai presentato.

A seguito della stessa che cosa succederà? Generalmente non dovrebbe passare molto tempo perché il tuo telefonino squilli a causa del “messaggino” che ti indica data e ora in cui sarai sottoposto alla valutazione della commissione medica. Sulla base della nostra esperienza verrai contattato in media entro una trentina di giorni.

“Quando il cittadino è passivo è la democrazia che si ammala”

Questo è uno degli errori comuni che commettono le persone che presentano la domanda d’invalidità.

Se anche tu vuoi conoscere ed EVITARE i 5 errori che non permettono al 92% delle persone di ottenere l’INVALIDITÀ allora clicca sul Pulsante qui sotto e SCARICA GRATIS la nostra GUIDA GRATUITA.

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Perché non basta che un tuo parente abbia la 104 per usufruire dei permessi lavorativi

Oggi voglio parlarti di uno degli ERRORI più grandi che si commettono in merito ai PERMESSI LAVORATIVI per la famosa legge 104 quando si ha un coniuge, figlio o genitore con handicap o disabilità grave. Sicuramente avrai sentito dire che se hai un parente “con la 104” puoi usufruire di 3 GIORNI al mese di permesso.

Già stai pregustando queste ore di permesso vero?

FERMATI un attimo, non è “tutto rose e fiori” ma devi essere attento e scrupoloso perché potresti addirittura rischiare il licenziamento.

Questa cosa è successa ad un mio cliente che, mal consigliato da un maledetto patronato, si è beccato una “ramanzina” del suo datore di lavoro. Non si è presentato al lavoro dicendo che “si prendeva” un giorno di permesso per l’assistenza del padre disabile (ai sensi della legge 104 art. 3 comma 3).

Il datore si è incavolato perché non sapeva nulla di questa situazione e ha minacciato di LICENZIARLO!

Lui è corso impaurito al mio studio e ha iniziato ad inveire contro il datore di lavoro quando in realtà aveva commesso un grosso errore e avrebbe dovuto prendersela con chi non gli aveva detto quello che sto per rivelarti.

Ora tralasciando il comportamento del datore di lavoro, vediamo cosa DEVI FARE TU SE VUOI OTTENERE SENZA PROBLEMI QUESTI PERMESSI. La legge ci dice che se sei un lavoratore dipendente che ASSISTE CONTINUATIVAMENTE UN FAMILIARE DISABILE puoi usufruire di tre giorni di permesso al mese.

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Quindi cosa ci prescrive il nostro legislatore?

Che devi dimostrare di ASSISTERE il familiare disabile, cioè devi essere quello che la legge chiama il “BENEFICIARIO”. Per dimostrarlo devi fare due cose che sono essenziali:

INVIARE UNA SPECIFICA DOMANDA ALL’INPS (online o tramite un’associazione di categoria come la nostra).

– COMUNICARE AL DATORE DI LAVORO IN FORMA SCRITTA che hai intenzione di usufruire dei giorni di permesso (devi scrivergli una “letterina” senza particolari formalità.

Così facendo NESSUNO e dico nessuno potrà dirti nulla,
infatti il tuo datore di lavoro non potrà rifiutarsi di concederti questi permessi perché hanno come obbiettivo l’assistenza di una persona con handicap o disabilità.

Mi raccomando non fare la fine del nostro assistito e mettiti in regola. Come diciamo sempre, questa è una materia complicata e va affrontata da avvocati specializzati nel settore!

Inoltre se vuoi avere una VALUTAZIONE GRATUITA su COME RIUSCIRE AD OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DELL’INVALIDITÀ’ O DELLA 104 TUA O DI UN TUO PARENTE grazie al METODO DI INVALIDITÀ’ IMMEDIATA clicca sul pulsante qui sotto:

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Come ottenere il “Contrassegno Invalidi Europeo” per usufruire dei parcheggi riservati ai disabili o per poter accedere alle ZTL della tua città

Se sei disabile puoi chiedere al tuo Comune che ti venga rilasciata un’autorizzazione (questo è il “Contrassegno Invalidi Europeo”) per poter parcheggiare la tua vettura in posti riservati (che in genere e non a caso si trovano vicino ad uffici pubblici, ospedali, scuole…) o anche per poter passare nelle ZTL, cioè in zone della città chiuse al traffico.

ATTENZIONE: questo non è un beneficio previsto per tutti i disabili (cioè i possessori della c.d.104)!

Infatti solo se sei un disabile che ha difficoltà a deambulare, e che quindi non puoi percorrere a piedi neppure pochi metri, lo Stato ti riconosce questo diritto per permetterti “una maggiore integrazione sociale e lavorativa”.

Ora ti aiuterò a rispondere a tre semplici domande:

1. Ho diritto a questo beneficio?

Il contrassegno invalidi non può essere rilasciato a tutti gli invalidi, giustamente, ma solo a quelli che hanno difficoltà a deambulare.

La legge prevede che possono fare richiesta al Comune le persone:

– con disabilità permanente riconosciute “persone invalide con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta” (il permesso è valido per 5 anni);

– non vedenti totali o parziali con visus non correggibile o inferiore a 1/20 (il permesso è valido per 5 anni);

– con disabilità temporanea, affetti da deambulazione ridotta o impedita (il permesso è valido fino alla guarigione).

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2. A chi e come faccio la richiesta?

In questi casi bisogna recarsi al proprio Comune portando con sé:

– Il verbale della Commissione medica di invalidità civile, che attesta la capacità di deambulazione ridotta o impedita o la cecità totale;

– Marca da bollo da 16,00 € per i contrassegni temporanei.

3. A cosa dà diritto il contrassegno?

Chi ottiene il contrassegno può parcheggiare:

– negli spazi a strisce gialle;

– negli spazi con disco orario senza limiti di tempo;

– gratuitamente negli spazi con strisce blu (se però è specificato dalla segnaletica e se gli spazi a strisce gialle sono occupati);

Inoltre avrà il per permesso:

– per entrare nelle Zone a Traffico Limitato (se previsto dal Regolamento comunale);

– per entrare nelle aree APU (aree pedonali urbane) se previsto dal Comune.

Chiaro è che il presupposto principale per ottenere tale contrassegno è il riconoscimento dello stato di handicap dal quale deriva l’impossibilità di deambulare e pertanto è assolutamente necessario riuscire a dimostrarlo.

Se vuoi sapere come fare e ottenere finalmente il riconoscimento dei tuoi diritti sta a te muoverti nel modo giusto. I nostri avvocati e i nostri medici legali possono assisterti con una VALUTAZIONE GRATUITA dove ti indicheranno i passi da compiere grazie ad uno studio attento della tua pratica.

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Come faccio a presentarmi a visita se sono intrasportabile?

In questo articolo, ci occuperemo di un aspetto particolare relativo alla domanda di invalidità e alla successiva visita, ossia il problema della “intrasportabilità”.

Questo aspetto è particolarmente importante perché può risolvere un problema pratico, ossia: cosa posso fare se fisicamente non posso andare all’INPS per fare la visita?

Prima di pensare alle soluzioni che potrebbero rendere la visita all’INPS un’odissea, devi sapere una cosa: essere visitato dalla commissione medica è un tuo diritto.

Quindi, se per te è impossibile recarti fisicamente all’INPS (ad esempio sei costretto a letto, sei attaccato ad apparecchiature che ti impediscono di uscire di casa…), esiste un modo per farti visitare direttamente a casa. Per ottenere ciò, però, devi fare molta attenzione ai consigli che stiamo per darti perché un errore può “costare caro”: e che può significare che stai rinunciando alla tua domanda di invalidità!

A questo punto chiediamoci:

Come devo comunicare alla Commissione medica che ho bisogno di essere visitato a casa?

Innanzitutto devi aiutare il medico di base (medico certificatore) e ricordargli che, quando sta compilando il certificato introduttivo, deve spuntare la specifica casella. Come puoi vedere dall’immagine nella pagina 3 del certificato introduttivo troviamo questa dicitura:

Questo che cosa significa?

Che il tuo medico attesta la tua intrasportabilità, ovvero, che non puoi in alcun modo spostarti da casa senza mettere in pericolo te o altri.

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Cosa posso fare se il medico di base ha dimenticato di spuntare la casella? Oppure se dopo l’invio della domanda le mie condizioni fisiche sono peggiorate e non posso muovermi di casa?

In questo caso devi tornare dal tuo medico e chiedergli di inviare il “Modello integrativo” (Modello D).

Anche qui devi stare molto molto attento ed eventualmente insistere un po’, perché non tutti i medici conoscono l’esistenza di questo modello perché è stato introdotto da poco. Ma la cosa più importante è che non devi perdere tempo: il modello integrativo va inviato il prima possibile, e comunque almeno 5 giorni prima della visita se è stata fissata.

ALTRA DOMANDA: Una volta fatto questo avrò diritto ad avere la visita domiciliare?

In realtà no, o meglio non necessariamente! Aver fatto la richiesta di visita domiciliare non significa che la commissione medica è automaticamente obbligata, sulla base della semplice domanda, a recarsi a casa del malato. La Commissione medica controllerà se davvero esistono motivi di “intrasportabilità”, per cui valuterà se è vero che le tue patologie ti impediscono di muoverti da casa. Se la Commissione ritiene che hai nonostante hai delle patologie puoi benissimo uscire di casa, dovrai andare recarti all’INPS nel giorno stabilito. Quindi, per fare un esempio, il fatto di utilizzare una sedia a rotelle non significa che tu sia  “intrasportabile” (sarà più difficile muoversi di casa, ma puoi comunque farlo)…cosa ben diversa è se vivi attaccato ad una macchina che ti permette di respirare e che non puoi portare in giro.

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Un’ultima domanda: cosa succede se non seguo questi consigli? Cosa succede se davvero non posso muovermi di casa, ma non l’ho comunicato alla commissione medica o comunque l’ho comunicato tardi? Questo può incidere sul riconoscimento della mia invalidità?

Quindi come ti abbiamo detto negli altri video devi essere molto accorto e preciso. Non inserire l’intrasportabilità quando ne hai bisogno significare rischiare di rinunciare alla domanda e significa perdere tempo e soldi! Pertanto controlla che il tuo medico abbia effettivamente indicato tale elemento nel certificato introduttivo.

Ti invitiamo a scaricare la nostra Guida Gratuita “I 4 ERRORI CHE NON PERMETTONO AL 92% DELLE PERSONE DI OTTENERE INVALIDITÀ’ ANCHE SE NE HANNO DIRITTO”.

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